secondo giorno nelle marche
mi sveglio e non capisco perchè è solo mezzogiorno e non almeno le sei o sette di sera...
mi sveglio e penso "se è mezzogiorno e in realtà è già un po' che sto in dormiveglia, significa che ho dormito al massimo cinque ore"...
in realtà sono meno di cinque...
mi sveglio e non voglio/posso alzarmi...
mi fa male tutto.
ma tutto davvero.
è il risultato per non aver fatto nulla, mio malgrado, per un mese e mezzo.
e poi aver ballato come una scema per ore senza fermarmi mai.
tutti lasciano casa, e io resto a letto...
prima di essere abbandonata in terra straniera chiedo esplicitamente di non essere lasciata sola per troppo tempo...
più tardi mi sveglio di nuovo ma in realtà non mi sono mai riaddormentata...
ho le forze per mandare un messaggio con richieste di cibo (circa sei parole), ma dopo questo sforzo disumano scopro di essere chiusa dentro, sola, e il cibo è chiuso fuori...
poi il cibo passa per la finestra e il ragazzino della consegna a domicilio dal muretto del giardino...
un repubblica di tanti giorni prima...
un sacchetto enorme di biscotti per cani...
il panino con la maionese mi dà la nausea, lascio il secondo disgustata...
mi alzo e barcollo, vorrei tornare a dormire per altri tre giorni...
mi fa male tutto un lato del corpo e non capisco perchè.
fuori piove, e per fortuna io adoro rimanere abbracciata a qualcuno, un grande letto sconosciuto, che non è mio e non è tuo, e guardare fuori dalla finestra aperta la pioggia che cade davanti a un cielo troppo bianco...
ma il ragazzino delle consegne a domicilio non può restare con me, e io non posso restare con il ragazzino delle consegne a domicilio. quindi, devo lasciare Macerata... e andare da ale...
e: "per jesi c'è un treno e un autobus, con l'autobus allunghi"
a: "voglio l'autobus che è più panoramico!"
pagherò caro questo capriccio turistico, perchè Macerata-Jesi sono circa 40 chilometri di curve in collina, e dopo la giornata appena trascorsa (e in realtà non ancora finita) forse non era il caso...
mi ritrovo sola sola su un autobus vuoto. continua a piovere.
guardo fuori, sto malissimo, le colline sono meravigliose ma la mia faccia me la immagino tendente al giallo-verde... quindi tra un conato e l'altro rido. da sola.
ma continuo a non vomitare!
che roccia.
il viaggio in autobus prevede addirittura un cambio (a Cingoli, cazzo di nome, però hanno il "binocolo panoramico"...).
a Jesi aspetto ale, che arriva un po' disorientato e chissà perchè da lontano mi sembra tanto grande o l'auto troppo piccola... o forse lui aveva una maglietta rossa... non ricordo più.
a casa di ale dico: "facciamo un riposino di cinque minuti?".
ale mi sveglierà dopo due ore e mezza, durante le quali io sono caduta in coma e non ho sentito nulla di quello che può essere successo intorno, fuori e dentro di me.
mi alzo e andando in bagno STAC becco la famosa mamma Silvana, già apparsa sulle pagine di questo blog in occasione della perdita delle lenti a contatto di ale in spiaggia a Valencia ("ale, quanto ti manca di diottrie?" - "non lo so, lo sa mamma"... eeee... che momenti irripetibili e indimenticabili!).
dimentico di chiedere quante diottrie mancano al figlio, ma mi ricordo dell'unica raccomandazione fattami da ale ("oh, per i miei io non bevo e non fumo"), quindi mi scuso.
s: "scusa di cosa?"
a: "per non essere propriamente fresca come un fiore... ehm... ho viaggiato molto, ieri".
segue sorriso da ragazzina per bene.
risatina gentile in risposta, ok, funziona.
mi guardo allo specchio e penso che ha funzionato perchè le due ore di coma mi hanno risistemato la faccia.
mi vesto di nuovo come zia Augusta e usciamo.
mi ritrovo su un divano in pelle quattro posti fuori da un... circolino?... mentre dalle finestre dei piani superiori del palazzo arrivano prove di cori...
e tutti sembrano parlare di musica, tranne la sottoscritta, che in realtà non riesce a parlare di niente.
il problema principale sembra essere il fatto che per articolare delle frasi devo fare prima lo sforzo di pensarle.
poi arriviamo a Senigallia ma scopriamo che non c'è quello che ci aspettavamo (forse è meglio così, la sera prima ho dato troppo...), quindi ci diamo alla cena.
io ormai faccio fatica a stare dietro alla conta dei miei pasti...
la regolarità è andata a farsi fottere.
la colazione sostituita dalla merenda.
frutta e verdura non mi ricordo più che faccia hanno.
infatti a Senigallia mangio pizza.
non bevo alcol tutta la sera, ma in realtà è solo perchè mi sento ancora in botta.
andiamo a dormire dopo discorsi sulla cosmologia, quesiti sulla nuova letteratura e un cd di Mia Martini tutto da cantare a squarciagola, soprattutto "minuetto", alla faccia di ale e per il piacere mio e di Leonardo, che -scopro il giorno dopo- è vegano e abita a Cingoli...
mi sveglio e penso "se è mezzogiorno e in realtà è già un po' che sto in dormiveglia, significa che ho dormito al massimo cinque ore"...
in realtà sono meno di cinque...
mi sveglio e non voglio/posso alzarmi...
mi fa male tutto.
ma tutto davvero.
è il risultato per non aver fatto nulla, mio malgrado, per un mese e mezzo.
e poi aver ballato come una scema per ore senza fermarmi mai.
tutti lasciano casa, e io resto a letto...
prima di essere abbandonata in terra straniera chiedo esplicitamente di non essere lasciata sola per troppo tempo...
più tardi mi sveglio di nuovo ma in realtà non mi sono mai riaddormentata...
ho le forze per mandare un messaggio con richieste di cibo (circa sei parole), ma dopo questo sforzo disumano scopro di essere chiusa dentro, sola, e il cibo è chiuso fuori...
poi il cibo passa per la finestra e il ragazzino della consegna a domicilio dal muretto del giardino...
un repubblica di tanti giorni prima...
un sacchetto enorme di biscotti per cani...
il panino con la maionese mi dà la nausea, lascio il secondo disgustata...
mi alzo e barcollo, vorrei tornare a dormire per altri tre giorni...
mi fa male tutto un lato del corpo e non capisco perchè.
fuori piove, e per fortuna io adoro rimanere abbracciata a qualcuno, un grande letto sconosciuto, che non è mio e non è tuo, e guardare fuori dalla finestra aperta la pioggia che cade davanti a un cielo troppo bianco...
ma il ragazzino delle consegne a domicilio non può restare con me, e io non posso restare con il ragazzino delle consegne a domicilio. quindi, devo lasciare Macerata... e andare da ale...
e: "per jesi c'è un treno e un autobus, con l'autobus allunghi"
a: "voglio l'autobus che è più panoramico!"
pagherò caro questo capriccio turistico, perchè Macerata-Jesi sono circa 40 chilometri di curve in collina, e dopo la giornata appena trascorsa (e in realtà non ancora finita) forse non era il caso...
mi ritrovo sola sola su un autobus vuoto. continua a piovere.
guardo fuori, sto malissimo, le colline sono meravigliose ma la mia faccia me la immagino tendente al giallo-verde... quindi tra un conato e l'altro rido. da sola.
ma continuo a non vomitare!
che roccia.
il viaggio in autobus prevede addirittura un cambio (a Cingoli, cazzo di nome, però hanno il "binocolo panoramico"...).
a Jesi aspetto ale, che arriva un po' disorientato e chissà perchè da lontano mi sembra tanto grande o l'auto troppo piccola... o forse lui aveva una maglietta rossa... non ricordo più.
a casa di ale dico: "facciamo un riposino di cinque minuti?".
ale mi sveglierà dopo due ore e mezza, durante le quali io sono caduta in coma e non ho sentito nulla di quello che può essere successo intorno, fuori e dentro di me.
mi alzo e andando in bagno STAC becco la famosa mamma Silvana, già apparsa sulle pagine di questo blog in occasione della perdita delle lenti a contatto di ale in spiaggia a Valencia ("ale, quanto ti manca di diottrie?" - "non lo so, lo sa mamma"... eeee... che momenti irripetibili e indimenticabili!).
dimentico di chiedere quante diottrie mancano al figlio, ma mi ricordo dell'unica raccomandazione fattami da ale ("oh, per i miei io non bevo e non fumo"), quindi mi scuso.
s: "scusa di cosa?"
a: "per non essere propriamente fresca come un fiore... ehm... ho viaggiato molto, ieri".
segue sorriso da ragazzina per bene.
risatina gentile in risposta, ok, funziona.
mi guardo allo specchio e penso che ha funzionato perchè le due ore di coma mi hanno risistemato la faccia.
mi vesto di nuovo come zia Augusta e usciamo.
mi ritrovo su un divano in pelle quattro posti fuori da un... circolino?... mentre dalle finestre dei piani superiori del palazzo arrivano prove di cori...
e tutti sembrano parlare di musica, tranne la sottoscritta, che in realtà non riesce a parlare di niente.
il problema principale sembra essere il fatto che per articolare delle frasi devo fare prima lo sforzo di pensarle.
poi arriviamo a Senigallia ma scopriamo che non c'è quello che ci aspettavamo (forse è meglio così, la sera prima ho dato troppo...), quindi ci diamo alla cena.
io ormai faccio fatica a stare dietro alla conta dei miei pasti...
la regolarità è andata a farsi fottere.
la colazione sostituita dalla merenda.
frutta e verdura non mi ricordo più che faccia hanno.
infatti a Senigallia mangio pizza.
non bevo alcol tutta la sera, ma in realtà è solo perchè mi sento ancora in botta.
andiamo a dormire dopo discorsi sulla cosmologia, quesiti sulla nuova letteratura e un cd di Mia Martini tutto da cantare a squarciagola, soprattutto "minuetto", alla faccia di ale e per il piacere mio e di Leonardo, che -scopro il giorno dopo- è vegano e abita a Cingoli...
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