frega un cazzo del 14 aprile, però...
Quando sono andata a vivere tre anni in Toscana ho "iniziato-a-smettere" di guardare la televisione.
L'anno a Carrara è stato grandioso da questo punto di vista: non solo non avevo la televisione in casa, ma non ce l'aveva nessun altro tra le persone che frequentavo, e quando andavo dalla Ste (unica amica carrarina telemunita) e trovavo il maledetto elettrodomestico acceso, rimanevo mio malgrado ipnotizzata dalla quantità di immagini che passavano sullo schermo e rapivano la mia attenzione, al punto che una conversazione con me diventava praticamente impossibile.
Mi chiedevo (e chiedevo ai presenti): "Ma la televisione è sempre stata così veloce?".
Idem per quanto riguarda le notizie: non ascoltare più telegiornali non mi spingeva a comprare quotidiani per tenermi aggiornata.
Inoltre, in questi anni ho avuto modo di capire quanto Carrara sia la patria delle contraddizioni: culla dell'anarchismo storico italiano, in ogni bar gli unici quotidiani disponibili sono Il Tirreno e La Nazione. Sapete, quel genere di testate che, anche se lette dall'inizio alla fine e tra le righe, non danno mai un'idea di quel che sta effettivamente accadendo nel resto del mondo (ovvero fuori dalla provincia). La mattina alla Casa del Caffè o la sera al Giardino, si leggeva esclusivamente l'oroscopo (dopo le 19 solo per sapere se ci aveva azzeccato oppure no).
Però... c'è sempre un però.
Mi sentivo in colpa. Soprattutto nei confronti dell'Italia.
Lei andava avanti, indietro, a destra, a sinistra, e io non me la cagavo più.
Sentivo che le stavo facendo un torto, soprattutto in un momento per lei così difficile.
Tutto è cambiato un anno fa, quando sono andata a vivere in Spagna per quattro mesi e non sono più tornata.
Quel disinteresse ha così trovato il terreno fertile per crescere rigoglioso e indisturbato, soprattutto senza dover inciampare nei miei sensi di colpa.
Oggi ci sono state le elezioni, in Spagna.
Io ho acceso il pc solo per sapere come erano andate, un po' allarmata per l'ultimo omicidio compiuto dall'ETA due giorni fa.
Ha vinto Zapatero, e ne sono felice.
Se il 14 aprile dovesse vincere la sinistra (anche se prima qualcuno dovrebbe scovarla, per votarla), non me ne importerebbe nulla, perchè purtroppo sono ufficialmente delusa da tutto e da tutti.
Mi sembra che in Italia non cambi mai nulla, e che destra e sinistra siano ormai solo due parole da scrivere a penna sul dorso della mano per non fare cazzate all'esame di scuola guida.
E' un discorso che mai avrei creduto di fare.
Anche questo è un brutto segno.
Quando in Italia è caduto il governo (l'ultimo in ordine di tempo) non solo non ero nè allarmata nè stupita (ogni italiano normoreattivo si sarà comportato come me, immagino), ma non me ne importava davvero nulla.
Ero venuta a conoscenza della notizia tramite un amico italiano che era appena arrivato in Africa e che, come tutti quelli che lasciano il paese natale, durante le prime due settimane sarà rimsto incollato al sito di Repubblica, o dell'ANSA, o del Gazzettino Padano.
Una mania che passa in fretta e, nel migiore dei casi, non torna più.
L'anno a Carrara è stato grandioso da questo punto di vista: non solo non avevo la televisione in casa, ma non ce l'aveva nessun altro tra le persone che frequentavo, e quando andavo dalla Ste (unica amica carrarina telemunita) e trovavo il maledetto elettrodomestico acceso, rimanevo mio malgrado ipnotizzata dalla quantità di immagini che passavano sullo schermo e rapivano la mia attenzione, al punto che una conversazione con me diventava praticamente impossibile.
Mi chiedevo (e chiedevo ai presenti): "Ma la televisione è sempre stata così veloce?".
Idem per quanto riguarda le notizie: non ascoltare più telegiornali non mi spingeva a comprare quotidiani per tenermi aggiornata.
Inoltre, in questi anni ho avuto modo di capire quanto Carrara sia la patria delle contraddizioni: culla dell'anarchismo storico italiano, in ogni bar gli unici quotidiani disponibili sono Il Tirreno e La Nazione. Sapete, quel genere di testate che, anche se lette dall'inizio alla fine e tra le righe, non danno mai un'idea di quel che sta effettivamente accadendo nel resto del mondo (ovvero fuori dalla provincia). La mattina alla Casa del Caffè o la sera al Giardino, si leggeva esclusivamente l'oroscopo (dopo le 19 solo per sapere se ci aveva azzeccato oppure no).
Però... c'è sempre un però.
Mi sentivo in colpa. Soprattutto nei confronti dell'Italia.
Lei andava avanti, indietro, a destra, a sinistra, e io non me la cagavo più.
Sentivo che le stavo facendo un torto, soprattutto in un momento per lei così difficile.
Tutto è cambiato un anno fa, quando sono andata a vivere in Spagna per quattro mesi e non sono più tornata.
Quel disinteresse ha così trovato il terreno fertile per crescere rigoglioso e indisturbato, soprattutto senza dover inciampare nei miei sensi di colpa.
Oggi ci sono state le elezioni, in Spagna.
Io ho acceso il pc solo per sapere come erano andate, un po' allarmata per l'ultimo omicidio compiuto dall'ETA due giorni fa.
Ha vinto Zapatero, e ne sono felice.
Se il 14 aprile dovesse vincere la sinistra (anche se prima qualcuno dovrebbe scovarla, per votarla), non me ne importerebbe nulla, perchè purtroppo sono ufficialmente delusa da tutto e da tutti.
Mi sembra che in Italia non cambi mai nulla, e che destra e sinistra siano ormai solo due parole da scrivere a penna sul dorso della mano per non fare cazzate all'esame di scuola guida.
E' un discorso che mai avrei creduto di fare.
Anche questo è un brutto segno.
Quando in Italia è caduto il governo (l'ultimo in ordine di tempo) non solo non ero nè allarmata nè stupita (ogni italiano normoreattivo si sarà comportato come me, immagino), ma non me ne importava davvero nulla.
Ero venuta a conoscenza della notizia tramite un amico italiano che era appena arrivato in Africa e che, come tutti quelli che lasciano il paese natale, durante le prime due settimane sarà rimsto incollato al sito di Repubblica, o dell'ANSA, o del Gazzettino Padano.
Una mania che passa in fretta e, nel migiore dei casi, non torna più.
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