miércoles, abril 30, 2008

el dìa de la energìa

1.05 30/04/2008
Due colloqui di lavoro nello stesso giorno.
uno alle 10, l'altro alle 11.
Di nessuno dei due sai di che lavoro si tratta.
Ma ci vai perchè ti annoi.

PRIMA PARTE
ORE DIECI
Entri in un bellissimo appartamentino su Calle Salamanca.
La porta te la apre un ragazzo sui trent'anni, razza iberica, tenuto bene, rasato, visibilmente gay. Mentre lo saluti, noti dietro di lui un'esposizione di prodotti per la cura dei capelli o del corpo. Ti chiedi "Ho sbagliato e sono finita ad un altro casting di peluqueria?". All'ultimo casting mi hanno fatto i ciuffetti rosa. Un giorno ve lo racconterò. Forse.
Vieni fatta accomodare in una stanza con dodici sedie di plastica di fronte ad uno scherno acceso.
La stanza è piccola ma luminosissima, davvero graziosa, ridipinta con gusto, in bianco e rosso scuro, e la parete di fondo si apre su un abbaino con annesso divanetto in muratura, come ti è capitato di trovarne tanti nei coffe shop di Amsterdam. Pensi subito a quanto sarebbe bello sedersi laggiù e fumarsi una canna d'erba bevendo un tè e guardando gli alberi fuori.
Ma subito dopo ti ricordi che sei ad un colloquio di lavoro e ti scegli una sedia, allargandoti come un maschio alfa che prende possesso del proprio territorio.
Ti viene dato il solito formulario, dal quale cerchi di estrapolare indizi sul lavoro che sei venuta ad elemosinare, ma con scarsi risultati.
Le domande sono tutte più o meno nell'ordine di "quanto hai guadagnato l'ultimo mese?", "quale è stato il tuo stipendio più alto?", "con quanto denaro vivresti bene in un mese?", "quanto hai guadagnato l'anno scorso?".
Mi pare brutto rispondere sempre ZERO (anche se sarebbe la verità). Decido quindi che la cifra ricevuta dall'Accademia per la borsa erasmus può essere sia il mio ultimo stipendio, sia il più alto, sia lo stipendo dell'anno scorso. Alla terza domanda rispondo sinceramente: 400 euro. Sì, datemi 400 euro al mese e vivrò come una regina.
Finisco di rispondere a queste cazzo di domande e alzo lo sguardo, che inevitabilmente, con terrore, cade sullo schermo davanti a me e su una scatola che si trova su un tavolo. Cazzo!! Sono quelli di Herbalife. Maledetti, sono in trappola.
Però non ho nulla da fare per altri 45 minuti, quindi decido di rimanere, ma faccio notare in anticipo che andrò via presto perchè "sai, ho un altro appuntamento a Xativa alle 11".
Insieme a me ci sono un ragazzo molto simile al nostro ospite nell'aspetto, ma almeno più simpatico, e una povera ragazza del Paraguay (che nome sfigato per uno Stato) alta e larga un metro e mezzo. Mi immagino il suo imbarazzo quando si è trovata di fronte alla sviolinata di ben 35 minuti sul benessere e sul "dimagriamo che se no l'OMS dice che moriamo di cancro e stress".
Il nostro ospite passa poi a cercare di convincerci a spendere solo 107 miseri euro per comprare la licenza (!!!) per vendere quella merda liofilizzata ("poi però ti regaliamo i prodotti perchè non puoi vendere qualcosa che non usi!". Sì, proprio regalati. I 107 miseri euro sono solo per il foglio di carta da firmare).
Sono le 10:43. Sto pensando "Hai ancora due minuti per convincermi", quando lui mi chiede "Cos'è per te il benessere?". Mi prende in contropiede perchè ovviamente mi ero distratta, rapita da un raggio di luce che era entrato dall'abbaino per cadere in un angolo della stanza. Mi sveglio, sorrido, e rispondo che per me il benessere è quello che provo in questo momento. Ed è vero, mi sento una favola. Rido dentro e mi trattengo dal ridere anche fuori. Poi mi alzo e dico che mi dispiace, devo andare, e poi queste cose non mi interessano.
Esco dalla stanza e mi ritrovo nell'entrata con i prodotti che credevo creme e penso che almeno potrei fregargli qualcosa da rivendere fuori dalla palestra di Saragoza, ma un'altra porta si apre e fanno capolino due maschi aitanti e decisamente omosessuali: lo capisco semplicemente da come squadrano e analizzano i miei vestiti e l'accoppiamento dei colori (ballerine rosse in tela, leggins neri, gonna petrolio, maglia nera, forcina verde, borsa verde e rossa). Sfodero un sorrisone con "Hola" a parte, loro ricambiano bellissimi e vado via.
Calle Salamanca è piena di luce, tranquilla. Sorrido mentre slego la bici e accanto a me passa un ragazzo: sorride anche lui, ma non con me; ha una borsa a tracolla dalla quale sporge un cavalletto. Penso che è un peccato perchè avremmo potuto essere grandi amici. Ma parto in direzione di Marques de Sotelo per il secondo colloquio a sorpresa della giornata.

SECONDA PARTE
Dei due colloqui a sorpresa, sapevo solo che uno come oggetto dell'annuncio aveva "Asesor a la energia". Non sapendo di cosa si trattasse, avevo chiesto a diversi amici spagnoli. Nessuno era stato in grado di darmi una risposta precisa.
Questo colloquio dell'asesor a la energia, nei giorni scorsi, era subito diventato l'oggetto di varie elucubrazioni da parte di molti, e c'era chi si immaginava grandi cose. Pale eoliche nel deserto. Lampadine giganti azionabili dallo spazio. Compravendita della RedBull marchio Mercadona.
Durante il colloquio con quegli invasati di Herbalife, era impossibile non notare, nelle loro slide di cattivo gusto e impaginate male, la parola "energia" ricorrere più e più volte. E io avevo anche pensato "Ma guarda 'sti stronzi come l'hanno messa giù per infinocchiarmi..!!".
Ma il meglio doveva ancora venire.

Arrivo a Xativa, dopo aver preso un paio di sensi unici in bicicletta (odio usare la bici in centro, non so mai dove cazzo andare, e poi sul più bello la pista ciclabile mi abbandona sempre e io mi perdo), parcheggio el coxe, citofono, salgo.
Stavolta l'appartamento ha davvero l'aspetto di un ufficio, e nell'entrata mi attende il bancone alto con dietro la segretaria, che mi fa accomodare nella sala d'attesa, non senza appiopparmi il solito formulario.
Anche da questo, non capisco di che lavoro si tratta.
Arriva un altro "candidato" e ne approfitto per indagare sulla natura dell'impiego misterioso. Dice che si tratta di pannelli solari. Io sono sinceramente stupita, perchè capisco che finalmente ho l'occasione di trovarmi faccia a faccia con il vero datore del vero lavoro energetico. Quasi mi emoziono.
Quasi.
Il formulario è lungo ben quattro pagine.
La prima è abbastanza facile perchè si tratta dei dati personali, anche se ho qualche dubbio al punto "Permesso di residenza in Spagna". Mmm. Metto che ce l'ho, anche se non ho capito esattamente di che si tratta.
Seconda e terza pagina mi lasciano interdetta perchè sono tutte domande che indagano sulle mie capacità come leader. Qui mi lancio, perchè lo sanno tutti che se c'è da comandare io ho sempre abbastanza faccia tosta per farlo, e con successo. Sono la zia, risolvo problemi, guido il tuo gruppo, schiaccio i prepotenti e faccio del mondo un posto migliore.
Scrivoscrivoscrivo. Poi mi ritrovo anche davanti a domande alle quali non posso rispondere, come ad esempio "Perchè hai cercato un lavoro di marketing?". Marketing?? Ma che cazzo...?
Faccio un'altra volta la sincera e scrivo "In realtà, non ho mai richiesto o cercato un lavoro di marketing. Nell'annuncio non veniva specificato il tipo di lavoro, nè si parlava di marketing".
Punto.
Poi c'è una cosa brutta del tipo "Che cosa ti aspetti da questo lavoro?". E io ovviamente rispondo "Mi dispiace ma a questa domanda non posso rispondere per i motivi citati sopra".
Alla quarta pagina.. l'inaspettato. "Sei pregiudicato? Hai avuto problemi con la legge? Sei stato condannato, anche in paesi esteri?".
La mia testolina è in subbuglio. Penso che una volta, con la Simo, quasi mi arrestavano per spaccio internazionale sul confine svizzero, ma me la sono cavata, dopo 4 anni, con un colloquio psicologico a Lucca, schivando per un pelo il SERT vicino casa a Viareggio. Ma sembra una bugia (anche se -e forse proprio perchè- è la verita nuda e cruda). Mi fermo. Ci penso. Non riesco a resistere, e scrivo "Sì, sono una spia russa". Poi, da brava scolaretta, rileggo con attenzione la domanda, quindi preciso "..ma non sono mai stata condannata". Gran sorrisoni iniziano ad apparire sul mio viso, di quei sorrisoni che invece vorrebbero essere grasse risate accompagnate da lacrimoni e rotolate sul pavimento. Mi calmo, e penso che vabbè, ormai è andata, quindi aggiungo "..questo perchè sono una spia molto brava!".
Arrivo al fondo della pagina con le lacrime agli occhi, e trovo "Firma" accompagnato da "Dichiaro che tutto quello che ho detto corrisponde al vero". E ovviamente firmo.
Alzo lo sguardo e vedo la segretaria che, all'impressionante velocità di 5 parole al minuto, con ben due dita (precisamente l'indice destro ed il sinistro, comandati rispettivamente dagli unici due neuroni al momento attivi), sta utilizzando tutte le sue forze cerebrali pur di portare a termine il duro lavoro della mattinata (credo inserire in interdet annunci di imprese leader nel settore che cercano asesores a la energia), mentre -come un canarino stupito- fa rimbalzare il suo sguardo dallo schermo al foglio alla tastiera (che spesso si ferma ad osservare a lungo, come se stesse disperatamente cercando qualcosa di introvabile, come ad esempio una "a" accentata).
Cristo.
Vi prego, qualsiasi cosa facciate in questo cazzo di posto, prendetemi come segretaria.
Finalmente vengo fatta accomodare nell'ufficio del supremo capo energetico per il colloquio vero e proprio.
Alla sua prima domanda ("Ci hai contattati tu, vero?"), sfodero la solita sincerità: "Guarda, in realtà a volte mi annoio e inizio a mandare curriculum alle offerte di lavoro più strane". Lui scoppia in una risata genuina e generosa, e aggiunge "Questa risposta mi fa più piacere di quello che immagini". A parte il fatto che lui non sa quello che immagino (o forse sì..?), un po' questa sua dichiarazione mi inquita.. perchè mai quest'individuo dovrebbe essere tanto felice di una risposta del genere?
Ma passiamo ad altro, e cioè: di che si tratta? che cazzo è un asesor a la energia? no perchè sai, non è un problema mio che sono italiana e non capisco la tua lingua, siete voi che siete strani perchè ho chiesto a tanti spagnoli ma nessuno sa che cazzo sia un asesor a la energia!
Il supremo capo energetico mi racconta che in Spagna ora il mercato del gas è libero e che allora lui e la sua fantastica azienda leader nel settore hanno la possibilità, anzi, il dovere morale di andare a rompere i coglioni alla gente a casa per convincerla a cambiare azienda formitrice di gas. Perchè la nostra azienda applica uno sconto del 6%, e non 4, o 2, o 0 (ZERO! que verguenza) come le altre 5 aziende nazionali. Tu per esempio che compagnia hai? Bè, io in casa ho la bombola che ci costa, in totale, 14 euro ogni due mesi e la paghiamo in 4 quindi spendo 14:4=3 euro e mezzo ogni due mesi e sai è comoda perchè ce la compra il portiere del condominio dal camion che passa il venerdì mattina, tranne quando per pigrizia mentale ci scordiamo di ordinarla e poi però ci tocca andare fino alla Repsol con il carrello del Mercadona e la bombola vuota. Il capo supremo è interdetto. Forse non aveva considerato la possibilità della bombola. "Bè... allora.. allora nulla. Eh sì, allora nulla".
Alla fine del colloquio sono io a convincerlo. L'ho convinto che un lavoro del genere non lo posso fare, per il semplice motivo che non mi va di rompere i coglioni alla gente, nonostante lui abbia anche insistito. Me ne vado, ma non prima di avergli stretto la mano dicendogli che è stato un vero piacere. Ora sì, è il caso di dire "...e non immagini quanto!".

Sono così felice che decido di premiarmi con un giro shopping compulsivo non superiore ai 10 euro.
Entro da Bershka e al piano di sopra trovo 4 cosine carine, ognuna delle quali con un prezzo inferiore ai 10 euro. Ma io le voglio tutte, così decido di portarmele tutte in camerino per poi sceglierne una.
Ovviamente, siccome in fondo sono femmina, appena mi vedo con addosso la magliettina ciclamino e la gonnellina verdina con stelline decido che devono essere mie. Le donne sono fatte così. Non vogliono comprare qualcosa solo fino al momento in cui se la provano davanti allo specchio. Faccio due conti. Totale 13 euro e novanta. Quanto ho nel borsellino? Tredici euro e venti, circa (contando il rame). Bestemmio, maledico il sistema denaro, ciononostante esco e saco venti euro con un euro e settantacinque di commissione. Torno, pago, esco dal negozio superfelice. Guardo lo scontrino. Ho comprato un top e una maglietta. Traduzione: quella che ho indossato come una gonna è in realtà un top. Ma che si fottano, come top fa cagare, avrei la paranoia di perdere le tette per strada e in più sembrerei una palla obesa. Come gonna.. bè, come gonna è la più bella del mondo.

2 comentarios:

Unknown dijo...

ahahahahahahahahahah
ti giuro sto ridendo un casino ahahahahahahahahahahaa
anche le penny mauuumauuuamuuuuamuuuuuuuuuuahahahhahahahahahah

Anónimo dijo...

azziaaa
dovrebbero pagarti per vivere così!!
io e la mia coinquilina ci siamo tagliate!!!!
pallliiiiii

calendario!!

il nallyPlayer

scaricala e divulgala!

scaricala!
la tesi della nally in formato pdf leggero leggero monitor resolution:
"izquierda de copia - nuovi sensi del possesso nell'era digitale"
tesi di laurea in teoria e metodo dei mass media
relatore: tommaso tozzi
accademia di belle arti di carrara
dipartimento di arti multimediali
a.a. 2006/2007

siete ufficialmente autorizzati
a scaricarla
e regalarla
a chi volete
perchè è un'opera rilasciata sotto
licenza Creative Commons 3.0 Unported Attribution - No Commercial.

vi state chiedendo di che cavolo parla la tesi, vero? anche io.
in effetti dal titolo si può non capire nulla
ma non è un buon motivo per non leggerla!
comunque, ecco un dono alla vostra pigrizia mentale
(anche se così si perde un po' di magia...):
"izquierda de copia" parla del copyright e delle alternative legislative
nate nella nostra era digitale,
parla del copyleft, del free software, dei nuovi mercati di musica online,
dei biobrevetti, della scrittura collettiva, dei nomi multipli...
e, in generale, di come la nostra vita sta cambiando.